Decifrare il Crimine: Genesi, Evoluzione e Sfide del Criminal Profiling
Decifrare il Crimine: Genesi, Evoluzione e Sfide del Criminal Profiling
Decodificare le ombre: L'arte e la scienza del Criminal Profiling nella moderna indagine criminale.

Esplorando l'arte e la scienza di decifrare la mente criminale attraverso l'analisi comportamentale, la geografia del crimine e le strategie investigative.

Il criminal profiling, noto anche come profiling psicologico o criminologico, è una tecnica investigativa che cerca di prevedere e identificare le caratteristiche comportamentali e demografiche degli autori di crimini basandosi sull'analisi dei modelli comportamentali e delle evidenze lasciate sulla scena del crimine. Questa pratica ha subito notevoli sviluppi nel corso degli anni, trovando applicazione con significative differenze e punti di contatto da paese in paese.


- ORIGINI E SVILUPPI DEL CRIMINAL PROFILING

Sebbene sia diventato popolare nei circoli di polizia moderni solo negli ultimi decenni, le radici di questa pratica possono essere rintracciate molto indietro nel tempo, fin dall'epoca vittoriana. Una delle prime forme riconosciute di criminal profiling si trova nel caso di Jack lo Squartatore, nel 1888 a Londra. Il chirurgo Thomas Bond fu incaricato dalla Metropolitan Police di fornire una valutazione medico-legale basata sui dettagli degli omicidi attribuiti a Jack lo Squartatore. La sua analisi, che includeva osservazioni sulle condizioni dei corpi e sulla probabile sequenza degli attacchi, portò alla stesura di un profilo del killer. Bond descrisse il sospettato come una persona "tranquilla e inoffensiva", un individuo che non "dimostrava alcun segno di eccitamento" durante la commissione dei delitti. Suggerì anche che il colpevole non avesse "conoscenze chirurgiche né il sapere di un macellaio o di un cavallo macellatore", contraddicendo la speculazione comune dell'epoca che supponeva il contrario. Nonostante il limitato successo nel catturare lo Squartatore, il lavoro di Bond segnò un importante punto di partenza per il futuro del profiling.

Come per Bond, altro importante tassello fu quello di Franz Joseph Gall (1758-1828): seppur non un profiler nel senso moderno, Gall, fondatore della frenologia, sosteneva che le protuberanze del cranio di una persona potessero essere utilizzate per inferire tratti comportamentali, inclusi quelli legati alla predisposizione al crimine. Questo approccio precoce alla personalità e al comportamento mostrava già un tentativo di collegare tratti fisici a tendenze comportamentali. Fino ad arrivare ad Hans Gross (1847-1915), considerato uno dei padri della criminologia moderna ed uno dei primi a sottolineare l'importanza dell'osservazione e dell'analisi psicologica in campo criminale. Nel suo manuale per investigatori, Gross delineò metodi per analizzare il comportamento del criminale, suggerendo tecniche che possono essere viste come precursori del moderno profiling.

Ed è proprio nel XX Secolo che il profiling ha ricevuto la spinta più significativa, in particolare durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Psichiatri, psicologi e altri specialisti iniziarono ad essere consultati regolarmente dalle forze di polizia per profilare criminali in casi complicati. Un esempio notevole è il contributo di Walter C. Langer durante la guerra, quando fu incaricato dall'Office of Strategic Services (OSS) di creare un profilo psicologico di Adolf Hitler. Il suo rapporto, intitolato "A Psychological Profile of Adolf Hitler: His Life and Legend," segnò una delle prime volte in cui analisi psicologiche dettagliate furono usate per inferire i comportamenti di individui altamente influenti basandosi sulle loro azioni e scritti pubblici.

Successivamente, negli anni '50 e '60, l'FBI iniziò a riconoscere il valore del criminal profiling nel contribuire alla soluzione di crimini violenti e seriali. Howard Teten e Patrick Mullany, agenti dell'FBI, furono tra i primi a utilizzare tecniche di profiling operativo, analizzando casi irrisolti e offrendo nuove prospettive basate su pattern comportamentali. Questo approccio si è evoluto e sistematizzato negli anni '70 con la creazione del Behavioral Science Unit (BSU), quando figure come John E. Douglas, Robert Ressler e altri iniziarono a studiare sistematicamente i comportamenti di criminali seriali, raccogliendo dati che sarebbero stati fondamentali per lo sviluppo delle tecniche di profiling.

Dal profiling intuitivo e rudimentale dei primi anni, questa disciplina è quindi cresciuta fino a diventare una componente sofisticata e integrata delle investigazioni moderne. La creazione di database comportamentali, l'utilizzo di software di analisi predittiva e la cooperazione internazionale sono solo alcune delle innovazioni che hanno migliorato e continuano a migliorare costantemente l'efficacia del profiling.

Dunque le origini del criminal profiling rivelano una traiettoria affascinante che va dai primi tentativi empirici a un approccio più scientifico e strutturato. Questo sviluppo riflette non solo l'evoluzione delle tecniche investigative, ma anche un cambiamento nel modo in cui la società comprende e reagisce al comportamento criminale. Con ogni passo avanti, il criminal profiling continua a essere una delle chiavi più vitali per sbloccare i misteri che circondano i crimini più incomprensibili e oscuri.

Questi esempi dimostrano come il concetto di analizzare e inferire le caratteristiche di un individuo basandosi sulle sue azioni non sia nuovo. Tuttavia, il profiling come pratica sistematizzata e parte integrante delle indagini criminali è una disciplina relativamente moderna, sviluppatasi principalmente a partire dalla seconda metà del XX secolo con il lavoro del BSU dell'FBI negli Stati Uniti.


- TECNICHE E METODOLOGIE

Il processo di criminal profiling generalmente segue varie fasi, che includono la raccolta e l'analisi delle evidenze, la classificazione del crimine, l'elaborazione di una descrizione dettagliata del sospettato, e la comparazione con altri casi simili. La tecnica si è via via evoluta da approcci più intuitivi a metodi basati su solidi fondamenti scientifici e dati empirici.

Negli Stati Uniti, il criminal profiling ha giocato un ruolo fondamentale in numerosi casi di alto profilo, come il cacciatore di Unabomber e il caso del BTK killer, dove le analisi comportamentali hanno aiutato significativamente a restringere il campo degli indagati. Mentre in Italia il profiling è stato utilizzato in casi come quelli legati ai serial killer come Donato Bilancia, dove le tecniche di profiling hanno aiutato a capire meglio la psicologia dell'assassino. In Italia però, il criminal profiling è stato introdotto più tardi rispetto agli Stati Uniti. L'approccio italiano è spesso più teorico e legato agli studi criminologici e psicologici. Istituzioni accademiche e le forze di polizia, come l'Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato, hanno iniziato a integrare il profiling nei loro metodi investigativi solo negli ultimi decenni.

Partendo dall’assunto che il criminal profiling definisce che il modo in cui un crimine viene commesso rivela dettagli sulla personalità del criminale, questa tecnica si avvale di un'analisi dettagliata della scena del crimine, del metodo di operazione (modus operandi), della firma del criminale, e delle vittime per costruire un profilo psicologico e comportamentale del sospettato.

Il primo step fondamentale avviene con l’analisi della scena del crimine poiché fornisce informazioni cruciali. Gli investigatori osservano e catalogano ogni dettaglio, cercando di distinguere tra ciò che è parte del modus operandi e ciò che è "firma" del criminale. Il modus operandi si riferisce alle azioni necessarie per commettere il crimine, mentre la firma include tutto ciò che il criminale fa in più, che soddisfa una necessità psicologica. Altro tassello fondamentale è la classificazione del crimine in termini di organizzazione (crimine organizzato vs disorganizzato). I crimini organizzati sono pianificati, la vittima può essere specificamente scelta, e il criminale tende a portare con sé tutto il necessario per commettere il crimine e lasciare poche prove. I crimini disorganizzati sono meno pianificati, spesso opportunistici, e il criminale può lasciare più tracce. Poi vi è l’utilizzo del profiling geografico attraverso il quale si analizza la localizzazione dei crimini per determinare pattern e prevedere la possibile area di residenza del criminale. Questo si basa sull'idea che i criminali tendono a operare in aree con cui sono familiari. Altrettanto importante poi è il profiling psicologico, invero basato su approfondite conoscenze di psicologia criminale, che tenta di inferire tratti di personalità, abitudini e stili di vita del sospettato attraverso l'analisi delle sue scelte e comportamenti durante il crimine. L’insieme delle tecniche di profilazione può determinare poi l’approccio di tipo induttivo quando si basa su dati e pattern derivati da casi simili nel passato per formulare ipotesi generali sul sospettato, o deduttivo quando parte dalle specificità della scena del crimine corrente e costruendo poi un profilo basato sulle unicità del caso specifico.


- PUNTI CRITICI E CONCLUSIONI

In conclusione il criminal profiling è dunque definibile come uno strumento prezioso nelle mani degli investigatori, offrendo spunti che possono portare alla cattura di criminali altrimenti difficili da tracciare. Nonostante le sue sfide e limitazioni, il continuo sviluppo di nuove tecniche e tecnologie promette di affinare ulteriormente l'efficacia di questa pratica. Le metodologie di profiling continueranno a evolversi, integrando psicologia, tecnologia e analisi forense per rispondere meglio alle sfide delle moderne indagini criminali.

Il valore del criminal profiling, pur essendo indiscutibile in alcuni contesti specifici, deve essere analizzato con una critica attenta e basata su evidenze concrete. Le critiche più frequenti riguardano la sua affidabilità e la validità scientifica. Studi hanno mostrato come i profiler spesso si affidino a intuizioni piuttosto che a dati empirici solidi, portando a profili che possono essere vaghi e genericamente applicabili a molte persone. Questo solleva importanti questioni sull'effettiva utilità del profiling in procedimenti giudiziari, dove la precisione è di vitale importanza.
C'è inoltre da sottolineare che l'accuratezza del profiling dipende fortemente dalla competenza dell'analista e dalla qualità delle informazioni disponibili che non sempre vengono colte, raccolte e catalogate nel giusto modo. Il contributo dev’essere quindi totale e specifico al massimo altrimenti si rischia di limitarne o addirittura annullarne i frutti.

In più, la dipendenza da stereotipi e pregiudizi può compromettere non solo l'accuratezza del profiling, ma anche l'equità del processo legale. Profili che si basano su generalizzazioni superficiali possono portare a indagini che mirano ingiustamente a specifici gruppi sociali o etnici, aggravando i problemi di discriminazione già presenti nel sistema di giustizia penale. Dunque da un punto di vista etico, il criminal profiling solleva questioni problematiche riguardo alla privacy e alla possibile stigmatizzazione di individui che corrispondono a certi "profili" pur non avendo commesso reati. Questo pone la criminologia di fronte a un delicato bilanciamento tra l'efficacia nell'identificare possibili criminali e il rispetto dei diritti civili fondamentali.

Nonostante queste sfide, il criminal profiling può offrire contributi validi, specialmente quando integrato con altri metodi investigativi basati su solide fondamenta scientifiche. La collaborazione tra profiler esperti e investigatori può migliorare la qualità delle indagini.

Per realizzare il pieno potenziale del criminal profiling, è cruciale investire in formazione continua, ricerca, e sviluppo di metodologie più accurate e meno invasive. Inoltre, è fondamentale una riflessione continua sulle implicazioni etiche del suo utilizzo, garantendo che ogni applicazione sia giustificata, misurata e, soprattutto, guidata dai principi di giustizia e equità.

In definitiva, il futuro del criminal profiling nella criminologia dipenderà dalla sua capacità di adattarsi e rispondere alle critiche in modo costruttivo, affinando le sue tecniche e dimostrando concretamente il suo valore in termini di risultati giudiziari e rispetto dei diritti umani. Solo così potrà essere considerato un vero avanzamento nella lotta contro il crimine.

MeA Forense

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