Sotto la superficie: il caso di Mithun Rossetti
Sotto la superficie: il caso di Mithun Rossetti
Analisi del caso di morte equivoca di Mithun Rossetti: dubbi e negligenze investigative.

RICOSTRUZIONE DEI FATTI

Attorno alle ore 22:00 del 6 agosto 2016, il giovane Mithun Rossetti, nato a Calcutta (India) in data 08/10/1990, usciva dalla casa dove viveva assieme ai genitori adottivi Poddine Lorena e Rossetti Sergio, situata in Via Camparota 66 di Treia (MC), dapprima per dirigersi con talune amiche presso un locale di Civitanova, poi cambiando idea si recava al Tropical di Sant’Elpidio. In quest’ultimo locale, secondo le testimonianze raccolte, Mithun Rossetti rimaneva intrattenendosi con altre persone e ingerendo alcool attraverso diversi drink (da dichiarazioni sommarie), per poi dirigersi verso la propria auto Fiat Panda e subendo un incidente su strada SS.16 attorno alle 05:00 di mattina del 7 agosto 2016 andando poi ad urtare su una rotatoria. A seguito dell'incidente, l'autovettura del ragazzo veniva rinvenuta dai carabinieri che alle 05:19 allertavano i genitori di Mithun della presenza dell'automobile senza però alcun conducente all'interno.

Grazie alle analisi di spostamento con Google Maps svolte da alcuni amici di Mithun Rossetti, il giovane si allontanava dalla propria auto per dirigersi verso la Contrada Castellano (ubicata a circa 4 km dalla zona di rinvenimento dell'autovettura incidentata) pe poi esser visto aggirarsi nudo attorno alle 06:30 per prendere possesso di taluni indumenti stesi ad asciugare, secondo testimonianza, nei pressi di un’abitazione privata e dichiarando in stato agitativo, alla persona da cui è stato sorpreso, di essere stato aggredito e derubato. Questa persona non fece alcuna chiamata di segnalazione e intimò il ragazzo ad allontanarsi. Tale proprietà si trova nelle vicinanze della cascina Villa Scoccini, proprietà nella quale, sempre attraverso le analisi di spostamento, in seguito veniva rinvenuto il cadavere di Mithun Rossetti da alcuni suoi amici nel pomeriggio del 07 agosto 2016 attorno alle ore 15:30. Il ragazzo venne rinvenuto con una tuta da lavoro prelevata in un box officina situato nella Villa, appeso ad una trave del soffitto di una legnaia con un cavo elettrico prelevato da un magazzino lì adiacente.

Sin dai primi minuti il caso viene immediatamente catalogato come suicidio con le dichiarazioni del maresciallo, testimoniate dalla madre di Mithun e riportate dall'avvocato della famiglia Rossetti, "così fanno tutti i ne*ri.. ubriachi, drogati e poi si suicidano". Inoltre sin da subito viene notata la mancata assistenza alle operazioni della sostituta procuratrice oltre alle numerose negligenze di rilevamento (che sarebbero state) fondamentali ai fini investigativi come il mancato rilevamento della temperatura basale, utile per determinare l'epoca della morte, o analisi criminalistiche su tutti gli oggetti presenti nella scena come la scala, il cavo elettrico, oggetti sparsi, bicchieri e bottiglie presenti, la tuta indossata dal ragazzo, ritiro ed analisi delle telecamere della zona o le analisi dei vestiti del ragazzo rinvenuti durante il tragitto.

A seguito del rinvenimento interveniva il 118 in concomitanza delle minime attività da parte delle forze dell’ordine e della Procura di Fermo con la prima consulenza tecnica medico legale e tossicologica che rilevava un tasso alcolemico, al momento della morte, pari a 1,77 g/l e una primaria dichiarazione di avvenuta morte per stato asfittico da impiccamento suicidario.

Altri elementi di importante valore sono il percorso adiacente alla villa non del tutto comodo e lineare, e il dettaglio della scala di accesso all'area dove veniva rinvenuto il cadavere di Mithun Rossetti, che caratterizzano parte del percorso svolto dal ragazzo.

I genitori di Mithun sin da subito si rifiutarono di credere alla tesi del suicidio e richiesero fortemente l'autopsia che arrivò 4 giorni dopo il ritrovamento del corpo del giovane, analisi autoptica sulla quale non venne annotato alcun dettaglio dall'alto valore probatorio. La madre stessa denunciava allora
pubblicamente una condotta superficiale da parte del medico legale che eseguì l'autopsia.

Primi dubbi e domande

Già da una semplice ricostruzione ci si pongono le prime inevitabili domande:

  • Come mai tanta superficialità nelle operazioni sulla scena del crimine e quel rapido giudizio?
    Nella letteratura forense e di cronaca nera sono innumerevoli i casi di morte equivoca, ergo le forze dell'ordine in primis dovrebbero sempre operare in funzione dell'accertamento quanto più assoluto della verità sotto quest'ottica.
  • Perché non chiedersi come possa aver fatto un giovane con un tasso alcolemico così alto ad aver percorso tutti quei chilometri a piedi, tra l'altro anche passando per tratti particolarmente difficoltosi? Tra l'altro dopo essere stato sorpreso da alcune persone che dichiararono di averlo visto turbato ma non ubriaco.

    Dunque viene logico pensare che possa aver ingerito alcool nel momento successivo.

    Ma sorgerebbe poi un'altra domanda: dove potrebbe aver preso da bere non essendo stato più avvistato in alcun locale o altra attività commerciale? Per di più sappiamo per certo che fosse senza indumenti fino all'arrivo nella villa.
  • Perché poi non verificare alcuna telecamera sul percorso? E perché le telecamere stesse della villa erano disattivate proprio quel giorno?
  • Perché non approfondire la testimonianza circa i fatti che ritraevano Mithun Rossetti nudo nei pressi di una proprietà privata?
  • Perché non approfondire le dinamiche sugli spostamenti e i mancati appuntamenti nelle ore antecedenti il rinvenimento?
  • Perché non accertare tramite scientifica la presenza di eventuale presenza di DNA sul cavo elettrico utilizzato e sulla scala? E perché stessa cosa su tutti i restanti oggetti rinvenuti sulla scena criminis?

Queste sono solo le prime domande a sorgere immediate dopo la rappresentazione primaria dei fatti.



L'AUTOPSIA E LA CONTRO-CONSULENZA

Secondo la relazione del medico legale su causa, epoca, mezzi e varie sulla morte di Mithun Rossetti eseguita il 22 novembre 2016 su disposizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Fermo, venivano effettuate operazioni necroscopiche a seguito dell’ispezione cadaverica già compiuta in data 08 agosto 2016, presso l’obitorio dell’ospedale di Fermo.

Dalla sintesi anatomoistopatologica si evidenziavano elementi tra i quali:

  • Un solco escoriato contuso discontinuo in regione cervicale con infiltrato ematico perilesionale
  • Escoriazione rotula dx e sx e gamba sx
  • Edema cerebrale
  • Tasso alcolemico pari a 1,77 g/l

Mentre dalla successiva relazione della consulenza di parte per conto dei Sig.ri Poddine Lorena e Rossetti Sergio (genitori di Mithun), sono emersi diversi dubbi sulle conclusioni della suddetta autopsia:

  • Approfondimenti dal valore probatorio circa le lesività presenti su entrambe le rotule e sulla gamba sx dove si evidenziava la presenza di una parte arrossata di forma tondeggiante e circondata da un alone più chiaro.
  • L’assenza delle macchie ipostatiche negli arti inferiori e nelle mani (tipiche nei casi di morte per impiccamento). Tale assenza non è inoltre da giustificarsi con lo spostamento del corpo dopo il ritrovamento poiché tale azione non può assolutamente influire sulla "totale" sparizione delle suddette ipostasi.
  • Non si ha riscontro alcuno del cosiddetto "Segno di Simon", invero le emorragie riscontrabili sotto il legamento longitudinale anteriore della colonna vertebrale in conseguenza del posizionamento in sospensione del corpo. 
  • Carenze descrittive e video-fotografiche sullo stato del ragazzo e del corpo.

Gli elementi emersi dunque dalla consulenza di parte hanno determinato importanti fondamenti probatori da cui sono emersi inevitabili dubbi: in primis il perché non siano stati riscontrati determinati elementi chiave nelle prime analisi autoptiche, dopodiché chiedersi perché vi è incongruenza tra il posizionamento del corpo e la mancanza delle conseguenze corporali tipiche?



L'ANALISI CRIMINODINAMICA

(Immagine prelevata dall'articolo web online "Cronache Maceratesi")

Oltre alle precedenti negligenze sopra riportate, vi sono chiarissime evidenze circa l'analisi della criminodinamica e zonale unitamente a quanto dichiarato dalla procura nella doppia archiviazione:

1 - I vestiti e gli oggetti personali: gli indumenti con i quali M.R. era uscito di casa la sera prima del rinvenimento, furono ritrovati sparsi per il tragitto stradale percorso dalla rotonda dove fu rinvenuta l'auto incidentata, mentre gli effetti non vennero ritrovati prima di diverse settimane. Precisamente:

  • i pantaloni vennero rinvenuti su una rampa nei pressi di una zona dove situato un bar H24, invero una zona che, considerando il percorso effettuato da Mithun, si trova prima rispetto quella di rinvenimento delle scarpe, cosa alquanto anomala;
  • gli slip e la camicia vennero rinvenuti vicino un lampione sempre nella medesima zona dei pantaloni, anche in questo caso prima rispettivamente alla zona di rinvenimento delle scarpe;
  • le scarpe sono state consegnate, chiuse in un sacchetto, alla madre di Mithun da parte di tre donne, collegate per parentela all'anziano signore che ha colto Mithun a prendere dei vestiti dal suo giardino gridando di essere stato rapito e derubato;
  • il portafogli e il cellulare furono rinvenuti solamente un mese dopo sempre nella stessa zona di ritrovamento degli slip, dei pantaloni e della camicia, poggiati su un muretto impossibile da non vedersi. Tra l'altro il 10 e 11 agosto, pochi giorni dopo il fatto, venne registrata una pioggia incredibile con diversi allagamenti in tutto il paese, eppure sia il portafogli che il cellulare vengono rinvenuti senza alcun danneggiamento da acqua (il cellulare era funzionante).

La logica di un'eventuale dinamica porterebbe a presupporre che il ragazzo non sia probabilmente passato a piedi per quella strada poiché sarebbe stato avvistato nudo da chiunque presente nel bar H24 e dunque, di conseguenza, che possa essere stato effettivamente in compagnia di una o più persone non avendo più a disposizione la sua auto.

Inoltre, altra chiave importante: che fine hanno fatto gli abiti che Mithun avrebbe rubato nell'abitazione del signore anziano?

2 - Il Bar H24: secondo le ricostruzioni effettuate in conseguenza delle dichiarazioni rilasciate da diversi testimoni tra cui il titolare del locale dove sappiamo per certo fosse Mithun prima dell'incidente, il ragazzo passò diverse ore e consumò solamente due drink. I testimoni raccontano di averlo visto particolarmente sereno senza alcun atteggiamento riconducibile ad un forte stato di ebbrezza. Alla chiusura del locale, testimoni raccontano di aver visto Mithun correre rapidamente via dirigendosi fuori e allontanandosi dal posto. Nella strada principale dove venne poi ritrovata l'auto incidentata di Mithun (strada continuamente trafficata nel periodo estivo), vi è un bar aperto H24 che si trova sull'esatto percorso effettuato dal ragazzo. Non si sono però registrate testimonianze circa il passaggio di Mithun a piedi nonostante il tragitto, dichiarato anche dalla procura, fosse stato inevitabilmente quello. Inoltre il suddetto bar è nella medesima zona dove Mithun, secondo la procura, si sarebbe cominciato a spogliare e spargere i suoi vestiti in giro. Possibile nessuno abbia visto nulla? Che si sia spostato forse con un'altra auto guidata da qualcun'altra persona? Forse i vestiti sono stati posizionati in seguito simboleggiando un chiaro staging?

3 - Il tasso alcolemico: sappiamo per certo che le analisi scientifiche riscontrarono un quantitativo di alcool etilico nel sangue di Mithun pari a 1,77 g/l. Quindi ci si domanda: come può una persona con un tale tasso alcolemico effettuare tutti quegli spostamenti, tra cui il posizionamento della corda su di una trave ad un'altezza di 4 metri circa per mezzo di una scala? Tale livello di alcool nel sangue sarebbe compromettente per chiunque ma maggiormente per Mithun poiché vennero rinvenuti dei reperti videografici che ritraevano Mithun come una persona fortemente sensibile agli effetti dell'alcool. In tali circostanze sono numerose le prove che testimoniano l'evidente difficoltà a gestire movimenti, pensieri e parole da parte del ragazzo.

2 - La scala: considerando la distanza della scala dal corpo di Mithun di circa un metro, tra l'altro posizionata con i gradini di taglio rispetto al ragazzo, può un corpo non riportare traumi o lacerazioni ulteriori facendo un semplice rapporto tra peso del corpo e distanza di caduta? E come può non esserci stato alcuno spostamento della stessa scala che permane immobile e distante nonostante l'inevitabile slancio di Mithun?

4 - La Villa: quel giorno erano presenti nella villa sia il custode che la proprietaria ma nessuno comunque avvista il ragazzo che parrebbe aver fatto diversi spostamenti per molte ore all'interno della proprietà:

inizialmente, partendo dall'entrata principale, il ragazzo si sarebbe spostato verso destra in una dependance dove avrebbe raccolto alcuni teli per ripararsi e dormire qualche ora in un altra zona adiacente la dependance; dopo essersi svegliato, Mithun sarebbe passato nuovamente davanti l'ingresso andando nell'esatto lato opposto della villa e scavalcando alcune parti per aggirare la piscina, infine raggiungendo il ripostiglio dove avrebbe poi trovato la tuta da lavoro; in ultimo si sarebbe poi diretto nella legnaia, tra l'altro superando diversi gradini, per poi posizionare scala, cavo elettrico e impiccarsi.

E tutto questo sarebbe accaduto in pieno giorno con il custode e la proprietaria presenti in Villa.
L'intera ricostruzione non appare assolutamente verosimile, sempre considerando la presenza di altre persone nell'intera area privata e il tasso alcolemico di Mithun. Da annotare anche che le telecamere della suddetta proprietà quel giorno fossero spente.

Tra l'altro è doveroso citare che nella suddetta villa sono avvenuti diversi fatti di cronaca tra cui un precedente con denuncia a seguito di violenza di gruppo subita da parte di una ragazza.

5 - Il nodo: altro dettaglio di grande rilevanza assume il lembo della tuta indossata da Mithun Rossetti poiché rimase imbrigliato nel nodo del cavo elettrico, ponendo in dubbio l’atto suicidario stesso in quanto chiunque voglia togliersi la vita per mezzo di impiccamento è portato ad assicurarsi che non vi sia impedimento alcuno che possa limitare lo svolgersi del piano. Però, in questo specifico caso, si denotò chiaramente come tra il cavo e il collo del ragazzo fosse rimasta una parte della tuta che non permetteva una perfetta adesione dello stesso cavo con il collo.

Tale dettaglio potrebbe essere compatibile con l'elevato stato di ebbrezza di Mithun ma, di conseguenza, renderebbe illogico come possa aver fatto tutte le altre restanti azioni antecedenti. Viceversa, se il suddetto dettaglio non fosse collegato all'alto livello di alcool nel sangue di Mithun poiché evidentemente impossibilitato dall'eseguire tutte quelle azioni, allora si avvalorerebbe ulteriormente la teoria della presenza di terza o terze persone.



L'ANALISI VITTIMOLOGICA

Secondo le deposizioni rilasciate da amici, conoscenti e parenti di Mithun Rossetti, unitamente al diario su cui il ragazzo annotava pensieri e accadimenti, emersero importanti elementi da cui poter trarre informazioni utili a determinare un quadro sul chi fosse Mithun. Progetti e dettagli per comprendere anche quali fossero le sue idee sul futuro.

A partire dalla madre e la sorella che raccontano di lui come una persona sempre solare e particolarmente legata alla famiglia. La madre raccontò inoltre del giorno in cui Mithun fece coming out in casa, momento a seguito del quale lo stesso ragazzo annotò i dettagli sul suo diario. La risultanza fu una reazione di sollievo e leggerezza che Mithun racconta come una sorta di liberazione e momento di dichiarata felicità.

Tra gli altri racconti, ci sono poi quelli della cerchia di amici, coinquilina, colleghi universitari che descrissero Mithun come un ragazzo allegro, spesso sorridente, confermando inoltre la bassa tolleranza del ragazzo agli alcolici che lo rendevano meno permissivo nei confronti degli altri. Importante fu che tutti negarono la presenza di atteggiamenti violenti o autolesionistici anche sotto l’effetto di alcool ma confermando la tendenza di Mithun ad assumere comportamenti tanto disinibiti in quei momenti. Inoltre dalle deposizioni emersero descrizioni circa il forte entusiasmo di Mithun per il lavoro che stava svolgendo sulla tesi e di alcuni impegni legati all'università che avrebbe avuto pochi giorni del suo ritrovamento.

Inoltre arrivarono le deposizioni da parte di alcune persone presenti nel locale dove Mithun venne visto prima dell'incidente e della sparizione. Da tali racconti emersero alcune confidenze che il ragazzo fece circa il suo futuro non avendo ancora ben capito quale fosse il suo definitivo orientamento sessuale.

Tra le diverse dichiarazioni da parte degli amici più intimi di Mithun, emerse un racconto comune di molti anni addietro in cui lo stesso Mithun confidò di aver pensato al suicidio ma di aver anche desistito perché consapevole del profondo dolore che avrebbe portato a tutti i suoi cari.

Dunque in nessuna deposizione si sono potute riscontrare testimonianze circa attività o ideazione di matrice autolesionistica a carico di Mithun, descrivendolo come un ragazzo spensierato, sempre allegro e socievole, che parlava del suo futuro dichiarando inoltre una progettualità a breve termine.

In conclusione, l'ipotesi di un suicidio non trova solido fondamento alla luce dei fatti esaminati. Il soggetto in questione, infatti, aveva delineato chiari progetti futuri e dimostrato una notevole resilienza nel superare sfide significative della sua vita. Questi elementi, insieme all'entusiasmo e alla determinazione mostrati nel perseguire i propri obiettivi, suggeriscono una prospettiva orientata verso il futuro e un impegno attivo nella costruzione di una realtà rosea. Pertanto, è ragionevole considerare alternative più plausibili per spiegare i fatti, escludendo il suicidio come causa verosimile. Questo approccio non solo rispecchia un'analisi attenta e rispettosa dei dati disponibili, ma avrebbe dovuto invitare ad un'indagine più approfondita e sensibile delle circostanze e dei reperti.



ULTERIORI REPERTI INTEGRATIVI

Sul web furono rinvenuti alcuni reperti sia a seguito dei fatti che precedenti.

  • PRECEDENTI AI FATTI: a seguito di un'approfondita indagine, vennero rinvenuti dei video caricati sulla piattaforma YouTube su di uno specifico canale. In questi file video vi erano riprese scene di aggressività e derisione nei confronti di Mithun Rossetti che verteva in condizioni psico-fisiche instabili a causa degli eccessi di alcool. Suddetti video reperti non furono mai approfonditi nonostante mostrassero elementi importantissimi e dettagli particolarmente delicati.
  • SUCCESSIVI AI FATTI: dopo il ritrovamento del corpo di Mithun, su alcuni profili social si evidenziarono dei comportamenti particolari da parte di alcuni amici e amiche del ragazzo, invero si trattò di messaggi e pubblicazioni alquanto singolari e ricchi di elementi che, anche qui, non furono mai del tutto approfonditi.


CONCLUSIONI

Nell'analizzare le circostanze del decesso di Mithun, emerge chiaramente che l'ipotesi di suicidio non è sostenuta da prove concrete. Le testimonianze e gli indizi raccolti suggeriscono piuttosto che Mithun non fosse solo al momento del tragico evento. L'assenza di note di addio, la mancanza di una storia clinica di depressione o di altri disturbi mentali che potrebbero giustificare un gesto estremo, la stessa Villa con le ricostruzioni e trascorsi più l'assenza di elementi medici tipici che sarebbero dovuti provenire dall'analisi autoptica conducono inevitabilmente a riconsiderare altre piste investigative.

Tra l'altro la logica induce a credere nella presenza di altre persone poco prima della sua morte.

Sarebbe stato dunque fondamentale approfondire l'indagine, esplorando con maggiore dettaglio le interazioni e i movimenti di Mithun nelle ore precedenti il suo decesso, al fine di comprendere meglio le dinamiche e le eventuali responsabilità legate a questa tragedia, ma ancora una volta si devono riscontrare evidenti negligenze investigative deleterie per l’accertamento della verità.

MeA Forense

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