Il Linguaggio Paraverbale e Non Verbale: fondamenti e implicazioni
Il Linguaggio Paraverbale e Non Verbale: fondamenti e implicazioni
Il Linguaggio Paraverbale e Non Verbale: brevi cenni dei fondamenti e conseguenti implicazioni nella Comunicazione Umana.

Brevi cenni dei fondamenti e conseguenti implicazioni nella Comunicazione Umana.

La comunicazione umana trascende le sole parole pronunciate, estendendosi a una vasta gamma di espressioni paraverbali e non verbali. Le dinamiche del linguaggio paraverbale e non verbale influenzano l'interpretazione del messaggio e la qualità delle interazioni umane. Esaminando studi di ricerca esistenti, l'articolo mira a delineare il ruolo critico di questi aspetti comunicativi nel contesto sociale, educativo e professionale, delineando anche le implicazioni di queste forme di comunicazione per la pratica professionale e la vita quotidiana.

Gli studi sulla comunicazione verbale, non verbale e paraverbale hanno iniziato a guadagnare riconoscimento scientifico intorno alla metà del ventesimo secolo, quando ricercatori come Ray Birdwhistell iniziarono a esplorare sistematicamente il linguaggio del corpo e i suoi effetti sulla comunicazione. Birdwhistell, attraverso la sua teoria della cinesica, gettò le basi per l'analisi scientifica dei gesti e delle espressioni facciali. Contestualmente, i lavori di Edward Hall sul concetto di prossemica hanno ampliato la comprensione dello spazio personale nelle interazioni. Durante gli anni '60 e '70, altri studiosi come Albert Mehrabian approfondirono il ruolo della comunicazione paraverbale, sottolineando come tono, volume e ritmo della voce influenzassero la ricezione dei messaggi. Questi pionieri hanno aperto la strada a una vasta gamma di ricerche che oggi costituiscono un campo di studio interdisciplinare, riconosciuto per la sua importanza nella psicologia, sociologia, antropologia e oltre.

Se per comunicazione si intende quel processo mediante il quale gli individui scambiano informazioni, con la comunicazione non verbale si fa riferimento a tutti i modi in cui le persone trasmettono tali informazioni senza il solo ed esclusivo uso delle parole. Ciò include il linguaggio del corpo, le espressioni facciali, il contatto visivo, la postura, e i gesti, la prossemica e tutti quei segnali corporei conseguenziali all’emozione provata ed espressa. Parallelamente, il linguaggio paraverbale si riferisce alle variazioni vocali che accompagnano il parlato, come il tono, il volume, la cronemica e il ritmo della voce. Come dagli studi di Birdwhistell del 1970 e di Mehrabian nel 1971, sia il non verbale che il paraverbale giocano ruoli essenziali nella modulazione del significato e nell'influenzare la percezione sociale.

Proprio l’antropologo Birdwhistell stimò che il linguaggio non verbale rappresenti la maggior percentuale di tutta la comunicazione umana evidenziando diversi elementi chiave come:

  • Espressioni Facciali, da cui gli studi di Ekman e Friesen (1971) che identificarono le espressioni facciali universali che trascendono le barriere culturali: felicità, tristezza, sorpresa, paura, disgusto, disprezzo e rabbia.
  • Gesti, di cui gli studi dello psicologo Kendon nel 2004 che sostenne che i gesti non solo accompagnano il parlato ma spesso lo completano, aggiungendo quindi un ulteriore strato di significato.
  • Postura e Posizionamento, come dagli studi di Hall (1966) sulla prossimità che descrissero come la distanza fisica tra le persone possa influenzare significativamente la comunicazione e le relazioni.

Sulle dinamiche del linguaggio paraverbale, lo psicologo Argyle (1988) sostenne che le variazioni vocali possono alterare completamente il significato di una frase. Ad esempio, un tono più alto può indicare entusiasmo o rabbia, a seconda del contesto. Il ritmo e la pausa sono elementi altrettanto chiave, spiegando come le pause strategiche possano aumentare l'attenzione e la persuasione. Altrettanto importanti e significativi furono gli studi di Leeper che si concentrò sia sulla ricezione delle variazioni vocali di un messaggio, arrivando ad evidenziare come elementi quali volume e tono possano influenzare la risposta emotiva di uno o più ascoltatori.

NEL MONDO MODERNO

Con l’evolversi degli studi aumenta sempre più l'interesse sulla comunicazione non verbale e paraverbale fino a ricoprire quel fondamentale sviluppo e importanza sia da un punto di vista accademico che applicativo. In un mondo globalizzato, con una crescente interazione tra diverse culture e l'avanzamento delle tecnologie di comunicazione, comprendere questi segnali non verbali e paraverbali è essenziale per migliorare la cooperazione, la negoziazione, e la relazione interpersonale in ogni contesto, dall'ambiente aziendale alla vita quotidiana.

Ad esempio in ambito scolastico, gli insegnanti che usano efficacemente il linguaggio non verbale possono migliorare l'engagement e la comprensione degli studenti (Rosenthal et al., 1979). Mentre in ambito professionale come nei contesti di business, una buona padronanza del linguaggio non verbale può influenzare le negoziazioni e le leadership (Ambady e Rosenthal, 1993). Altrettanto importante è la sua applicabilità nel contesto sanitario e terapeutico se si considera che la capacità di interpretare i segnali non verbali dei pazienti può migliorare la diagnosi e il trattamento. Gli stessi medici e terapeuti si affidano a queste competenze per comprendere meglio i bisogni dei pazienti, spesso non verbalizzati esplicitamente (Patterson, 1983).


IN AMBITO FORENSE

Nella criminologia, l'analisi paraverbale e non verbale riveste un ruolo cruciale. Queste forme di comunicazione forniscono agli investigatori strumenti aggiuntivi per interpretare il comportamento e le intenzioni delle persone coinvolte nei casi, che possono essere sospetti, testimoni o vittime.

Durante gli interrogatori, gli investigatori osservano attentamente il linguaggio del corpo e gli aspetti paraverbali dei sospetti per rilevare possibili segnali di menzogna o nervosismo. Elementi chiave da poter evidenziare per determinare uno stato emotivo particolare. Nelle registrazioni di sorveglianza o nelle interviste si possono esaminare dettagli paraverbali e non verbali che potrebbero sfuggire durante un'osservazione in tempo reale. Gli analisti si focalizzano su micro-espressioni, gesti, e altre reazioni fisiche che possono dare indizi importanti sul comportamento o sulle emozioni di una persona in specifici momenti. Nella valutazione delle Vittime e dei Testimoni la suddetta analisi può aiutare a valutare lo stato emotivo delle stesse persone ascoltate, particolarmente utile in casi di trauma dove la vittima potrebbe avere difficoltà a esprimersi verbalmente rilevando segni di stress, paura o trauma. Nella formazione degli investigatori con i loro programmi di addestramento, insegnando agli ufficiali come leggere e utilizzare efficacemente questi segnali nelle loro interazioni quotidiane e nelle procedure investigative. Nel Profiling Criminale in cui si utilizzano conoscenze di psicologia criminale, inclusa l'analisi del comportamento non verbale e paraverbale, per creare profili dei criminali. Questo può aiutare a prevedere comportamenti futuri o a identificare sospetti in casi non risolti.

È chiaro dunque come l’applicazione di queste tecniche richiede una formazione specialistica e una notevole esperienza, dato che la corretta interpretazione dei segnali paraverbali e non verbali può essere complessa e soggetta a interpretazioni personali. Tuttavia, quando utilizzate correttamente, queste analisi offrono agli operatori del settore criminologico strumenti potenti per ottenere una comprensione più profonda e accurata delle situazioni e degli individui che studiano.


In conclusione, in un mondo sempre più interconnesso, la capacità di analisi non verbale e paraverbale può permettere sia di recepire o trasmettere significati che possono variare significativamente tra diverse culture, rendendo la loro comprensione essenziale in un contesto globale, sia di tecnicizzare sempre più l’area forense in costante evoluzione.

Questa costante evoluzione dell’analisi paraverbale e non verbale rappresenta quindi una componente fondamentale della comunicazione umana e la capacità di interpretare e utilizzare questi segnali può migliorare significativamente l'efficacia della comunicazione in tutti gli ambiti della vita.

Riferimenti Bibliografici

Ambady, N., & Rosenthal, R. (1993). Half a minute: Predicting teacher evaluations from thin slices of nonverbal behavior and physical attractiveness. Journal of Personality and Social Psychology, 64(3), 431-441.

Argyle, M. (1988). Bodily Communication. Methuen & Co.

Birdwhistell, R. (1970). Kinesics and Context. University of Pennsylvania Press.

Ekman, P., & Friesen, W.V. (1971). Constants across cultures in the face and emotion. Journal of Personality and Social Psychology, 17(2), 124-129.

Hall, E.T. (1966). The Hidden Dimension. Doubleday.

Kendon, A. (2004). Gesture: Visible Action as Utterance. Cambridge University Press.

Mehrabian, A. (1971). Silent messages. Wadsworth.

Patterson, M.L. (1983). Nonverbal Behavior: A Functional Perspective. Springer.

Rosenthal, R., Hall, J.A., DiMatteo, M.R., Rogers, P.L., & Archer, D. (1979). Sensitivity to nonverbal communication: The PONS test. Johns Hopkins University.

Smith, H.W. (1975). Strategies of social interaction. Prentice Hall.

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